L'attesa infinita all'esterno dell'aeroporto di Kabul continua. Sono ancora migliaia gli afghani che cercano di lasciare il Paese e non è detto che ce la potranno fare, anche quelli sulle liste dei Paesi della coalizione. Anche per loro la fuga non è assicurata. C'è chi è immerso nell'acqua fino alle ginocchia, altri sono in piedi vicino all'immondizia e al filo spinato. Guardano in alto, quel muro, troppo lontano per essere raggiunto. Dal 31 agosto agli afghani non sarà più consentito di avvicinarsi all'aeroporto, come stabilito dai talebani che già adesso, riporta la BBC, aggrediscono chi si avvicina. È una corsa contro il tempo. Finora, ha riferito il Pentagono, sono state evacuate oltre 80 mila persone. Gli aerei degli Stati Uniti e dei Paesi alleati continuano a partire dalla pista dell'aeroporto di Kabul. In città, intanto, la gente invoca una normalità ancora molto lontana. Ogni giorno ci sono file e file di persone davanti alle banche che sono ancora chiuse. La gente è esasperata, come dice quest'uomo che si sfoga, abbiamo bisogno dei nostri risparmi, dobbiamo comprare da mangiare. Già, il cibo, con i prezzi alle stelle, la farina, l'olio e il riso sono aumentati fino al 10 e al 20% da quando i talebani hanno preso il controllo del Paese. Resistono invece i combattenti nell'unica provincia dove gli studenti coranici non sono arrivati, il Panshir, la valle a Nord di Kabul, dove si concentra la resistenza anti-talebani guidata da Ahmad Massoud. Siamo fermi nella nostra intenzione di impedire che questa roccaforte cada nelle mani dei talebani, dice questo combattente. I colloqui tra mujaheddin e talebani finora non hanno portato ad alcun accordo. Entrambe le parti fanno però sapere di volere una soluzione pacifica. Continua anche il dialogo per un governo inclusivo. Obiettivo: la piena legittimità nazionale e internazionale, quella che porta gli aiuti.
