Un altro problema che è da affrontare in questo momento riguarda quello su cui si puntano i riflettori a livello internazionale, ovvero la gestione dell'aeroporto della capitale Kabul. Questo è ancora un problema e noi stiamo facendo del nostro meglio per risolvere quello che sta accadendo all'interno dell'aeroporto e anche nelle immediate vicinanze. Gli americani stanno continuando, e non sono i soli ad imbarcare persone, loro personale e loro connazionali con dei voli costanti che lasciano l'aeroporto di Kabul in direzione non solamente degli Stati Uniti ma anche di diversi altri Paesi. Gli americani però non devono foraggiare questa sorta di migrazione di massa. Non devono incoraggiare la popolazione locale o nazionale a presentarsi in aeroporto nel tentativo di lasciare il Paese. Ci sono delle regole da rispettare in questo Paese e i nostri connazionali non devono avere come priorità quella di lasciare il Paese e di dirigersi in diversi altri Paesi nel resto del mondo che in questo momento si stanno dichiarando ospitali e aperti per accettare decine, se non centinaia, di nostri connazionali. Noi continuiamo i nostri sforzi per il controllo della zona dell'aeroporto. In questo momento, però, non ci sono altre modalità di uscita dal Paese se non, appunto, l'aeroporto di Kabul. Ci sono però delle grosse difficoltà logistiche: ci sono troppe persone, lo ripeto, ci sono troppe persone all'interno e anche all'esterno dell'aeroporto. Purtroppo ci sono costantemente persone che vengono schiacciate dalla calca e che perdono la vita ogni singolo giorno ormai da circa una settimana. Quello che serve è un insieme di operazioni di controllo, di salvataggio, il tentativo di tenere sotto controllo e tenere calme le persone che si trovano in aeroporto o nelle zone attorno all'aeroporto.