Fuori, in strada, nessuno scappa più per le sventagliate di Kalashnikov rumore abituale in 40 anni di guerra in Afghanistan. Il terrore per l'avanzata talebana, invece, mette in fuga le donne. Si impossessa dei volti che tornano dietro ai burqa, rispolverati dalle retrovie degli armadi per oltre 20 anni. Le donne anche nelle città, quelle cadute sotto il controllo talebano tornano a nascondersi per evitare la Sharia, le violente sanzioni che la legge coranica riserva alle donne "ribelli". Nilofar è una sfollata, insegnante fuggita da Takhar, che è caduta l'8 agosto scorso in mano talebana. Racconta di colleghe frustate in strada perché a fine lezione tornavano a casa guidando un tuk tuk con i sandali. Altre, dice, sono state cacciate dal mercato perchè senza un accompagnatore uomo appartenente alla loro famiglia. Le vedove, a Takhar, sono in pericolo. Saranno costrette a sposarsi nuovamente, per non essere soggette alla miseria o peggio ancora alle violenze. I dispacci delle associazioni per i diritti umani delle donne attiviste nelle città conquistate fanno tremare i polsi. A Kandahar, Pashtana Durrani, direttore esecutivo di LEARN si è nascosta in una località segreta per paura delle ritorsioni talebane contro il suo attivismo in favore delle donne. Pashtana è una direttrice di una scuola che sforna ingegnere e tecniche. Gli Stati Uniti e gli amici occidentali, dice, non hanno fermato le offensive talebane contro i difensori dei diritti umani. Noi non siamo state protette denuncia Pashtana, ora a Kandahar le ragazze che lavorano in banca o negli uffici commerciali vengono mandate a casa e viene chiesto loro di mandare i parenti maschi a sostituirle. Altre sono costrette a coprirsi il volto per non esser picchiate. Da Doha il portavoce internazionale dei talebani, attivo nei colloqui di pace, con uno tweet rassicura: nessuna donna sarà obbligata a sposarsi e le violenze raccontate sono propaganda anti talebana. Ma a Kabul, assediata, le donne più esposte magari senza marito, magari attive con profili social o business girl o imprenditrici, si rifugiano in località segrete per scampare alla lista di proscrizione. Taranom Seyedi, è un imprenditrice di Kabul, stretta tra le amiche nascosta in una casa dice: "Se si dovesse tornare a 25 anni fa credo che l'unica via sarebbe la fuga.".