in 24 ore, due fatti fotografano il cambio di scenario in Afghanistan nel 20ennale della caduta del regime degli Studenti del Corano. Mentre il presidente americano, Joe biden, da Washington, annuncia il completamento del ritiro del contingente a Stelle e Strisce entro il 31 agosto, i talebani da Mosca affermano che lo 85% del territorio, compreso un importante valico di frontiera con l'Iran, l'Islam Qala, è sotto il loro controllo. Una delegazione di funzionari talebani a Mosca, ha affermato che i gruppi a loro fedeli, controllano 250 dei 398 distretti e che si impegnano a combattere l'infiltrazione dell'ISIS nel Paese. I talebani promettono lotta contro Daesh e di non esportare alcun conflitto nei Paesi confinanti, per rassicurare Mosca e Pechino. Dichiarazioni difficili da controllare a cui si oppone con forza delle armi, il governo di Kabul. In particolare, gli sforzi delle Forze di Sicurezza dell'esercito afghano, sono concentrati nel riconquistare lo strategico valico di frontiera dell'Iran. Il Presidente afghano Ghani, ha ammesso l'estrema difficoltà del Governo, nel gestire la situazione ed è una delle fasi più complicate della transizione, ha detto, dove le istituzioni di Kabul sembrano, come previsto anche dagli Stati Uniti, in estrema difficoltà nel mantenere il controllo del territorio. I colloqui di pace tra Talebani e Governo, sono lettera morta, mentre oltre mille soldati regolari, sono fuggiti in Tagikistan, per scampare la violenza dell'avanzato talebana a nord. Lo status quo, non è un'opzione, aveva detto Biden, non manderò un'altra generazione di americani in guerra in Afghanistan, ma ora, usciti di scena gli alleati della coalizione americana, Russia e Cina si giocano la partita delle influenze nel Paese.