Sarebbe la prima esecuzione per soffocamento nell'era moderna, la pena di morte che lo Stato dell'Alabama intende infliggere a Kenneth Eugene Smith, dal 1988 detenuto nel braccio della morte del carcere di Holman, per aver ucciso una donna su commissione. Oltre a sollevare le proteste dei contrari alla pena capitale, mobilita associazioni e istituzioni internazionali per il metodo: l'ipossia da azoto. Un particolare soffocamento con inalazione di azoto, attraverso una maschera che il detenuto, senza alcun tipo di anestesia, indosserà dai 5 ai 15 minuti sino al soffocamento completo. Una tecnica paragonata ai più atroci metodi di tortura. E che sia uno Stato civile democratico ad attuarla, attiva il richiamo delle Nazioni Unite e le proteste delle associazioni per i diritti civili come Amnesty, Nessuno tocchi Caino. La Comunità di Sant'Egidio si mobilita insieme con Parigi, Berlino, Barcellona e Budapest in una conferenza interconnessa per chiedere lo stop alla sentenza di morte. Anche la sua vicenda giudiziaria pone diverse problematiche sul sistema in Alabama. In primo luogo 11 dei 12 giurati nel processo a suo carico avevano scelto l'ergastolo, e solo per una norma del sistema, tra l'altro cassata di recente, un giudice ha decretato in autonomia la pena capitale. Infine, e non da ultimo, Smith è scampato alla camera della morte già nel 2022. Per ore è rimasto sul lettino del condannato, subendo vari tentativi di iniezione letale, nessuno dei quali riuscito. Così archiviata l'iniezione, il Governatore dello Stato, Kay Ivey, ha scelto, per il secondo tentativo, la cosiddetta ipossia da azoto. Un metodo considerato crudele anche per dare la morte agli animali di grande taglia, tanto che la sua sperimentazione è stata vietata a livello internazionale.