“Ho appena firmato la legge dell'Alabama per la protezione della vita umana”, cosi, ironia della sorte, una donna, la Governatrice Kay Ivey ha annunciato ieri sera via Twitter, di aver messo l'ultimo sigillo al provvedimento senza ritorno del suo Stato sull'aborto che non prevede nessuna eccezione, se non in caso di gravi rischi per la vita della madre. L'interruzione di gravidanza non sarà consentita neanche in caso di violenza sessuale e incesto e un medico che dovesse comunque praticarla rischierebbe fino a 99 anni di carcere, dieci anche solo se fosse scoperto a provarci. La norma entrerà in vigore fra sei mesi, ma già solo la sua esistenza mette in discussione un diritto che negli Stati Uniti veniva considerato come acquisito dal 1973, dalla sentenza della Corte Suprema Roe vs Wade che attualizza l'aborto in tutto il Paese fino alla ventiquattresima settimana di gestazione. Non a caso tutti i tentativi finora di limitarlo sono stati bloccati dai Tribunali già a livello locale, una sorte che probabilmente non risparmierà neanche le recenti leggi approvate ad esempio in Georgia e in Ohio che vogliono rendere illegale l'interruzione di gravidanza, da quando è possibile sentire attraverso la strumentazione medica, il battito cardiaco del feto, più o meno alla sesta settimana e non a caso l'Alabama è voluta andare oltre, vietando l'aborto in tutti i casi, sostenendo che il feto è un bambino ed un essere umano a tutti gli effetti sin dal concepimento, negando così il principio alla base della Roe vs Wade. L'obiettivo è dunque arrivare alla Corte Suprema, per ribaltare la sentenza che ha fatto storia e diritto, approfittando della nuova maggioranza di Giudici conservatori fra i nove della Corte, dopo le recenti nomine da parte di Trump. Certo, fanno notare gli osservatori, probabilmente ci vorranno comunque anni prima che la Corte massima del Paese possa valutare il caso, ma gli ultraconservatori sanno essere pazienti, soprattutto ora che con il provvedimento dell'Alabama, pensano di avere il pallone giusto per dare il calcio d'inizio alla battaglia legale. Tempo che potrebbe essere prezioso anche per convincere gli americani, dato che al momento, secondo i sondaggi il 57% della popolazione è a favore della Roe vs Wade e della necessità di lasciare una decisione così sofferta ed intima, non allo Stato, ma al libero arbitrio di tutte le donne, indipendentemente dal loro credo religioso o politico.