La Sassonia, geograficamente il cuore dell'Europa, balza al centro dell'attenzione internazionale per la decisione presa dall'amministrazione comunale della città di Dresda di dichiarare lo stato di emergenza nazismo. E' tra le regioni tedesche in cui le violenze dell'estrema destra sono cresciute di più, quasi il 40% in un solo anno. Una allerta senza precedenti, anche se poi nei fatti si è tradotta in un atto più che altro simbolico, ma che è bastato, in Germania, a rievocare fantasmi di un passato che riemerge sempre con più forza. La mozione è stata proposta da un piccolo partito di opposizione Die Partei, ed è stata fatta propria da verdi, socialdemocratici, postcomunisti e liberali. Azioni e atteggiamenti antidemocratici, anti-pluralisti, contrari all'umanità e di estrema destra che arrivano fino alla violenza. Con questa motivazione 39 consiglieri comunali del capoluogo sassone hanno esplicitato l'emergenza, impegnandosi a proteggere al meglio le minoranze e le vittime di violenza di destra. Contro la delibera gli ultranazionalisti di Alternative für Deutschland, e a sorpresa, il Partito Cristiano Democratico, CDU di Angela Merkel che ha bocciato l'iniziativa definendola una vera politica dei simboli. Dresda è anche la città dove nel 2014 è nato il movimento populista anti immigrati e anti-Islam Pegida ma l'allarme per le violenze neonaziste investe tutta la Germania. Fra una settimana ricorrerà il trentesimo anniversario del crollo del muro di Berlino, la Sassonia, fino al 1990 è stata parte della Germania dell'est sotto il controllo dell'unione sovietica, oggi vede l'avanzata dell'ultradestra populiste di AfD che sia alle elezioni europee, che alle ultime elezioni regionali dello scorso settembre ha incassato successi elettorali record.