Musica nata nella prigionia, scritta e suonata nella disperazione dei campi di concentramento e dei ghetti nazisti in tutta l'Europa. Quello andato in scena all'UNESCO in occasione della Giornata della Memoria è stato un concerto unico, frutto del lavoro di ricerca di un musicista italiano. Per 35 anni il direttore d'orchestra Francesco Lotoro ha raccolto e studiato le tracce musicali lasciate dietro di sé dai prigionieri nei campi nazisti. Frammenti o opere complete, strumentali o accompagnate da parole in yiddish, originali o rielaborate sulla base di classici popolari. Un patrimonio storico-musicale che Lotoro, accompagnato da altri 14 musicisti e da un violino ritrovato ad Auschwitz, ha fatto rivivere per ricordare le vittime dell'olocausto. "Commemorare la Giornata della Memoria delle vittime dell'olocausto quest'anno significa mettere in risalto senza equivoci la purezza, la natura cristallina di una giornata che non può essere confusa con questioni politiche contingenti. Non stiamo parlando di attualità politica, stiamo parlando di un dovere che appartiene all'umanità e che deve proseguire anche in futuro perché la memoria non è soltanto ieri, è anche oggi ed è domani". Intanto l'antisemitismo non è mai stato così alto in Francia: secondo un report pubblicato il 25 di gennaio, gli atti antisemiti nel 2023 sono quadruplicati rispetto al 2022, moltiplicandosi in particolare dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso. Anche per questo il Presidente Macron ha deciso di commemorare le vittime francesi di quegli attacchi con una grande cerimonia, il 7 di febbraio.