Fango e acqua continuano a spazzare via case, strade e ponti. Intere zone del Pakistan sono state sommerse dalle piogge delle alluvioni. La provincia del Sindh, nel sud, del Paese la più colpita. Le persone si sono rifugiate in capanne improvvisate, non hanno più una casa né un riparo, hanno bisogno di cibo, medicine e assistenza. Sono migliaia le vittime. Nei mesi di luglio e agosto il Pakistan è stato colpito dal 190% di pioggia in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Oltre 700.000 persone sono ospiti nelle tendopoli e sempre più donne e bambini hanno bisogno di essere ricoverati in ospedale. L'emergenza è anche sanitaria, spiega questo medico, che vede arrivare nei suoi reparti sempre più piccoli affetti da malaria, diarrea e febbre e altre malattie gastriche. Pochi i letti disponibili. Arriviamo dalla zona più colpita dall'alluvione, dice questa donna con il proprio figlio, abbiamo bevuto l'acqua sporca di inondazioni e per questo mio figlio si è ammalato. Si teme adesso per lo straripamento del lago Manchar il più grande del paese. Già 100.000 persone sono state evacuate, gli aiuti internazionali continuano ad arrivare ma è una corsa contro il tempo perché sono previste altre piogge e molte altre persone saranno costrette ad abbandonare le proprie case. Il Segretario Generale dell'ONU, Antonio Guterres, annunciando la sua visita nel Paese il 9 settembre ha parlato di catastrofe climatica e ha lanciato un appello per un'azione collettiva urgente per aiutare il Governo e il popolo del Pakistan.























