Il presidente che sopravvisse alle pallottole fa la sua apparizione alle 9 di sera. La prima uscita pubblica di Donald Trump, dopo l'attentato di sabato in Pennsylvania, è in Wisconsin, alla convention che senza sorprese lo indica con un plebiscito come candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Con un vistoso cerotto sull'orecchio fa un cenno alla folla che lo acclama. Trump è presente, passato e futuro del suo movimento e ha già scelto il suo delfino. Il compagno di corsa alla Casa Bianca sarà il neanche quarantenne senatore dell'Ohio J.D. Vance che nel 2016 trasformò nel best seller "Elegia americana" una storia di riscatto personale dall'America rurale, alla laurea in legge, a Yale. Più che una riunione di partito una convention è un festival, è una convention repubblicana, è un festival del trumpismo dove migliaia di persone si mettono in fila per le costolette, per le cheesecake, per i cheeseburger. Hanno magari gusti diversi ma sono accomunate da un'unica cosa: l'adorazione nei confronti di Trump. "Sono tutti eccitati per il presidente Trump e il vicepresidente Vence" ci spiega questa signora che arriva dal Texas. "Viene dal nulla e adesso è qui candidato vicepresidente". La scelta di Vance piace anche a Tom, libanese americano, perché è giovane e energico e intercetterà i voti di chi crede che entrambi i candidati siano troppo vecchi per la Casa Bianca. L'entusiasmo dei trumpiani per le prossime elezioni è palpabile. I sondaggi sono favorevoli e l'ottimismo non è appannato dal pericolo scampato nel fallito attentato. Non c'è rabbia. Anzi tutti parlano di unità e della necessità di superare le divisioni. Come questo signore dell'Illinois, fan di Abramo Lincoln, secondo il quale il paese è largamente unito a dispetto di una infinitesima ma rumorosa minoranza.