Due primarie, un caucus e il Super Bowl. La settimana enigmistica del Nevada è un rebus complicato perfino per gli americani. Il Super Bowl è la parte facile: domenica a Las Vegas si affrontano Kansas City e San Francisco, chi vince si sa subito dopo la partita. Le consultazioni dei partiti invece sono un caos. I democratici votano oggi per le primarie dello Stato, dopo il Plebiscito ottenuto pochi giorni fa in South Carolina, il Presidente Biden si aspetta il bis anche perché, sulla scheda, gli elettori troveranno altri 12 nomi semi sconosciuti. I repubblicani invece dovranno esprimersi su due consultazioni diverse: le primarie, organizzate dallo stato del Nevada oggi, e i caucus organizzati dal partito giovedì. Alle primarie, corre Nikki Haley l'unica sfidante rimasta a Trump dopo i voti di Iowa e New Hampshire. Trump, però, non compare sulla scheda perché ha scelto di partecipare ai caucus, le riunioni gestite dal partito per assegnare i delegati che voteranno alla convention estiva nella quale si designa ufficialmente il candidato per la Casa Bianca. Confusi? Anche i propri elettori che infatti stanno tempestando di telefonate i comitati elettorali per sapere dove e quando votare e che esasperati potrebbe alla fine scrivere sulla scheda nessuno dei candidati, come prevede la legge del Nevada. Non avrebbe valore ai fini dell'assegnazione dei delegati, ma sarebbe un voto di protesta molto vicino al sentimento prevalente di un paese che di rivivere una sfida tra ottuagenari non ha proprio voglia.