Si è fatto largo tra la folla che si era radunata per chiederle autografi e salutarla e le ha puntato una pistola carica alla testa. Questa la scena a Buenos Aires in Argentina, che ha visto come protagonista del fallito attentato la vicepresidente Cristina Kirchner mentre scendeva dalla vettura che la stava riaccompagnando a casa. Momenti di panico e di concitazione, poi l'uomo è stato arrestato. È un brasiliano di 35 anni. Secondo un testimone, l'uomo ha premuto il grilletto ma il colpo non è partito. Tutto questo davanti a centinaia di attivisti che da una settimana sono radunati davanti all'abitazione della Kirchner, accusata di frode e corruzione relative all'aggiudicazione di appalti pubblici nella sua roccaforte di Santa Cruz, durante i suoi due mandati presidenziali dal 2007 al 2015. L'accusa ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione e l'ergastolo. Diversi canali televisivi hanno trasmesso l'immagine dell'uomo immediatamente arrestato, che mira alla testa della Kirchner mentre scende dall'auto. Ora la situazione deve essere analizzata dal nostro personale per capire movente e intenzioni di questa persona, ha detto il Ministro della Sicurezza. L'Argentina è ormai logorata da anni da una gravissima crisi economica da cui non riesce a uscire. Nel 2019 è andata tecnicamente in default. I vari tentativi di stabilizzare l'economia, sono stati in gran parte inefficaci. La sua economia è disastrata, l'inflazione è al 90%, a questo si aggiunge anche una crisi politica dovuta agli scontri sempre più aspri nella maggioranza peronista, e in particolare tra il presidente Alberto Fernandez e la vicepresidente stessa. Il contrasto riguarda l'accordo con il Fondo Internazionale raggiunto dal presidente. Alberto Fernandez, in un messaggio alla televisione nazionale, ha commentato così l'accaduto: è l'incidente più grave da quando abbiamo recuperato la democrazia nel 1983.























