Sarà un blockbuster. Così la stampa americana definisce già la prossima audizione della Commissione di inchiesta della Camera degli Stati Uniti sull'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Come la scorsa sessione anche quella di giovedì sarà trasmessa in diretta televisiva in prime time. Per la Vicepresidente della Commissione, la repubblicana Liz Cheney, l'inchiesta avrebbe già raccolto abbastanza prove per costruire un caso penale. Soltanto nell'ultima seduta infatti sono emersi legami non diretti di consiglieri informali dell'ex Presidente Donald Trump con gruppi di estrema destra. Il portavoce di uno di questi ha dichiarato che quel giorno sarebbe potuta perfino scoppiare una nuova guerra civile. Nella stessa audizione è stato discusso un tweet, scritto e mai inviato, in cui Trump chiedeva ai suoi sostenitori di riunirsi a Washington per marciare verso il Campidoglio e il contenuto di una riunione di dicembre 2020 tra alcuni membri repubblicani del Congresso su come cambiare il risultato del voto di novembre. In una deposizione registrata l'ex legale della Casa Bianca, Pat Cipollone, ha spiegato di concordare con il Procuratore Generale sull'assenza di prove di frode nell'elezione. Lo aveva già detto persino la figlia di Trump Ivanka. Finora è emerso inoltre come il Presidente sapesse che la folla riunita a Washington quel 6 gennaio fosse armata e violenta. "Non sono qui per farmi del male. Lasciate entrare il mio popolo" avrebbe detto secondo la superteste Cassidy Hutchinson, allora assistente dell'ex Capo di Gabinetto Mark Meadows. Non è l'unica testimone che parla di un Presidente sconvolto nel tentativo di accertare inesistenti frodi elettorali, come hanno spiegato anche i Governatori repubblicani di Georgia e Arizona su cui Trump ha fatto direttamente pressioni per trovare voti e trasformare l'esito delle urne in quegli stati. Le stesse pressioni esercitate su funzionari del Ministero della Giustizia che, davanti alla prospettiva di sostituzione del Procuratore Generale, hanno risposto con la minaccia di dimissioni di massa.























