Impeachment numero 2, ieri la Camera dei rappresentanti ha approvato la messa in stato d'accusa di Donald Trump per incitazione all'insurrezione, relativamente agli eventi del 6 gennaio, Trump si trova quasi a battere un altro triste record, è il primo presidente nella storia ad aver avuto due impeachment nell'arco del suo mandato. Il primo, un anno fa per le vicende di Ukrainian gate aveva visto il fronte repubbliacano compatto in sua difesa, questa volta, invece, sotto i colpi del livore e delle menzogne con cui Trump ha rifiutato di accettare il risultato delle elezioni, soprattutto del drammatico assalto al Campidoglio, qualcosa si è rotto in modo irreparabile fra il Presidente e il suo partito. Ieri, 10 repubblicani hanno votato a favore dell'impeachment e anche se alla Casa Bianca si aspettavano ancora più defezioni, il segnale di una crepa importante all'interno del Grand Old Party è evidente, una crepa che potrebbe aprirsi ancora di più al Senato dove è necessaria la maggioranza dei due terzi per rimuovere il Presidente, ma dove il potentissimo leader dei repubblicani, Mitch McConnell, ha fatto trapelare di essere aperto alla possibilità di sostenere l'impeachment, anche se i conti definitivi si faranno solo dopo il 20 gennaio. Lo stesso McConnell ha fatto sapere di non essere disponibile a calendarizzare il processo che si apre al Senato con l'impeachment prima dell'insediamento di Joe Biden. Donald Trump ha dunque ancora davanti a sè 6 giorni, una Casa Bianca in cui è sempre più isolato con un futuro politico mai così incerto. Non è dunque un caso che ieri abbia fatto uscire poco dopo il voto sull'impeachment un video registrato prima, in cui condannava senza mezzi termini le violenze del Campidoglio, chiedeva agli americani di superare gli impeti del momento è chiariva anche ai suoi sostenitori che nei prossimi giorni, in vista dell'insediamento, non saranno tollerate ulteriori violazioni della legge o vandalismi. Parole giuste ma drammaticamente tardive.