Assemblea Onu vota risoluzione pro-Ucraina

22 feb 2023
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Una pace giusta e duratura in linea con i principi della carta dell'ONU. La risoluzione elaborata da Kiev di concerto con i suoi alleati occidentali per chiedere quanto prima la fine della guerra all'Ucraina, è ancora una volta solo simbolica. Il dibattito in apertura dell'assemblea generale evidenzia ancora una volta differenza incolmabili. Dopo che il Segretario Generale Guterres ha definito inaccettabile la minaccia delle armi nucleari, il Ministro ucraino ha denunciato la Russia di genocidio e l'Ambasciatore di Mosca risposto sostenendo che l'occidente ha spalleggiato per otto anni a Kiev un regime criminale e nazionalista. La dichiarazione al voto stasera chiede di confermare l'impegno per la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale del Paese invaso da Putin, contestualmente al ritiro dei militari russi dai confini ucraini internazionalmente riconosciuti. Non è il piano di pace in 10 punti che Zelensky vorrebbe far accettare al Cremlino ma ha maglie volutamente più larghe per raccogliere quanti più consensi possibili anche tra Paesi non nemici di Mosca, nel tentativo di unirli attorno al difficilmente rinnegabile diritto internazionale. E si, sarebbero già almeno 120 su 193, ma si punta a raggiungere i 141 della risoluzione di condanna del marzo scorso se non i 143 di quella di ottobre con cui si deplorò il finto referendum di annessione delle regioni occupate. L'India dovrebbe votare contro, la Cina astenersi ancora. Tra i Paesi co firmatari c'è l'Italia, rappresentata a New York dal Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che domani incontrerà il Segretario di Stato americano Blinken per confermargli l'impegno del Governo e la priorità delle relazioni transatlantiche su tutte. Nessuno sgretolamento, dice il Ministro, convinto che non si possa parlare di pace senza giustizia. Roma è saldamente dalla parte di Kiev. Per l'Italia due punti sono fondamentali prima della definizione del processo di pace: la creazione di una zona di sicurezza attorno alla centrale nucleare di Zaporizhia e il rinnovo del corridoio del grano attraverso il Mar Nero.

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