Ha colpito nell'ora più affollata, su una delle linee più affollate. Alle 8:24 del mattino, nella stazione della metropolitana di Sunset Park Brooklyn, ci sono centinaia di pendolari che vanno verso gli uffici e le università di Manhattan. Un uomo di colore, altezza circa 1 e 70, tarchiato, scende sulla banchina, indossando il gilet arancione degli addetti alla metro. Nessuno si insospettisce, neppure quando indossa una maschera antigas. All'arrivo di un treno, raccontano i testimoni, lancia un dispositivo fumogeno e apre il fuoco con una pistola. Scoppia il caos. Una decina di persone viene colpita, altrettante si feriscono scappando o si intossicano per le esalazioni, ricoverate negli ospedali del quartiere, nessuna è in pericolo di vita. La zona viene circondata dalle Squadre Antiterrorismo. Le scuole vicine, c'è un liceo a 20 metri, sono messe in lockdown. Parte la caccia all'uomo, ma del fuggitivo non c'è più traccia. Sfortuna vuole, che le telecamere di sorveglianza di quella particolare stazione, fossero fuori uso. Gli investigatori riescono comunque a ricostruire che sia arrivato a New York su un furgone a noleggio. Ufficialmente il caso non è trattato come terrorismo, ma un poliziotto col quale parliamo in via confidenziale, è dubbioso. Nella stazione viene infatti ritrovata una borsa della spesa, contenuto: una accetta, uno spray al peperoncino, due bombolette di gas e una granata fumogena. Poco lontano, una Glock semiautomatica, con all'interno il caricatore inceppato: un vero e proprio miracolo sulla 36esima Strada.
