Ferma la campagna elettorale per un giorno dopo l’attacco terroristico avvenuto a Londra, eppure i contendenti non depongono le armi. Va giù duro Emiky Thornberry, laburista e ministro degli esteri ombra, che in una intervista ha criticato la dichiarazione rilasciata da Theresa May davanti a Downing Street. L’ha accusata di insensibilità nei confronti di chi adesso sta piangendo le sue vittime e soprattutto di aver di fatto continuato a fare campagna elettorale con le sue dichiarazioni. La premier ha detto che il troppo è troppo. “Beh – ha commentato Thornberry – pensavo fosse già abbastanza dopo l’11 settembre o dopo il 7 luglio 2005”. Polemiche, schermaglie verbali, che arrivano in un momento difficile per la Gran Bretagna alle prese con l’ennesimo attacco terroristico e con alle porte le consultazioni generali, che delineeranno la composizione del Parlamento. La temperatura sale, anche perché lo sfidante, Jeremy Corbyn, fino a ieri, fino all’ultimo sondaggio, era andato in rimonta sulla May. Elezioni che qualcuno, tramite una campagna social, ha proposto di rinviare ma che invece si svolgeranno normalmente come previsto. Dopo l’attacco tutti i partiti hanno scelto di fermare la campagna elettorale, tutti tranne l’UKIP di Farage perché sconvolgere il processo democratico – hanno spiegato – è proprio quello che vogliono gli estremisti.