Arrivano dopo pranzo e sono deflagranti le parole della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, che attacca in maniera durissima un passaggio del discorso di Mattarella del cinque febbraio all'università di Marsiglia. Sono parole blasfeme. Le chiama la Zacharova una durissima presa di posizione della Russia contro il Presidente della Repubblica che illustra bene la politica di Mosca, in questi giorni rivitalizzata dalle aperture politiche di Donald Trump. La pietra dello scandalo, per i vertici russi, è stato un complesso discorso sui nuovi equilibri mondiali pronunciato da Sergio Mattarella appunto a Marsiglia. "Ma anziché cooperazione a prevalere fu il criterio della dominazione e furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. Odierna aggressione russa in Ucraina è di questa natura". Durissima la replica della Zakharova che, rispondendo ad una domanda, ha scandito Mattarella ha fatto paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi tra la Federazione russa e la Germania nazista, definendoli analogie criminali. Dal Quirinale filtra solo il silenzio un garbato il Presidente sereno, fa sapere il suo staff, unanime bipartisan la reazione dei partiti all'attacco politico della Russia al Presidente, considerato da tutti inaccettabile e inopportuno. Una presa di posizione molto netta è avvenuta da Palazzo Chigi. Gli insulti della portavoce del Ministero degli Esteri russo offendono l'intera nazione italiana che il Capo dello Stato rappresenta. Le parole della Premier Giorgia Meloni fanno quadrato con quelle di tutto il sistema politico a difesa del Capo dello Stato, Antonio Tajani, che ha respinto le parole offensive giunte da Mosca. Poi i presidenti di Camera e Senato che hanno giudicato inopportune e fuori luogo le parole piovute da Mosca che invece dimostrano il suo forte impegno per la pace e i principi di libertà e democrazia. Quindi a pioggia tutti i leader politici, a partire da Giuseppe Conte. Intollerabili attacchi, dice e da Elly Schlein che ha sottolineato quanto la comunità democratica si riconosca pienamente nelle parole e nell'azione del Capo dello Stato custode della Costituzione della democrazia. .