Questa volta nessuna intenzione di sottovalutare la minaccia, l' Fbi ha lanciato l'allarme per proteste armate in tutti i 50 Stati, a partire del fine settimana fino al giorno dell'insediamento di Joe Biden il prossimo 20 gennaio, la sicurezza sarà rafforzata, dunque, non solo a Washington, ma su base nazionale a tutela di tutti i luoghi istituzionali, mentre il Presidente eletto fa sapere di non aver paura di giurare all'aperto. Intanto Donald Trump, silenziato da tutti i principali social media, isolato dal sul partito, abbandonato da personalità di spicco del suo stesso Governo, oggi avrà la prima occasione di parlare in pubblico, fuori dalle mura della Casa Bianca, la prima dai tragici fatti del 6 gennaio. Il Presidente sarà ad Alamo, al confine fra Messico e Texas, per mostrare una parte di quel muro promesso nella campagna elettorale del 2016 costruito solo in parte e pagato con i soldi non dei messicani, ma di contribuenti americani, le sue parole verranno monitorate con grande attenzione perché sulla sua testa pendono due spade di Damocle. Una è la richiesta che partirà oggi dal Congresso al vicepresidente Mike Pence, per far scattare la procedura del venticinquesimo emendamento che permette la rimozione del Presidente con un voto a maggioranza dei membri del suo Governo per sopraggiunta incapacità fisica o mentale. Pence ha fatto sapere di non essere particolarmente incline a far partire il processo, ma l'opzione del venticinquesimo resta sul tavolo, e certo, il comportamento di Trump nelle prossime ore potrebbe rivelarsi dirimente. Tuttavia anche se il vicepresidente non agisse mercoledì, è stato calendarizzato alla Camera dei rappresentanti il voto sull'impeachment presentato ieri contro Trump per incitamento all'insurrezione. Poi spetterà al Senato dare il via al processo e in caso votare con una maggioranza di due terzi per la rimozione. I tempi sono strettissimi, ma il Senato potrebbe decidere anche di procedere expost, magari aspettando i primi cento giorni di Governo della nuova amministrazione che ha numerose emergenze sulla scrivania, a partire dalla gestione sanitaria ed economica della pandemia. Rimane poi il dubbio su quanti repubblicani saranno veramente pronti, al di là delle dichiarazioni di condanna che si moltiplicano, a votare contro Trump, in caso di un nuovo impeachment, non bisogna infatti dimenticare che non è passato neanche un anno dall'assoluzione del Presidente nel primo impeachment del suo mandato, quello sull'Ukrainian-gate, se domani la Camera darà luce verde Trump batterebbbe così un altro triste primato, sarebbe il primo Presidente della storia ad aver subìto ben due procedimenti d'impeachment nei suoi anni in carica.