No, nessun legame, nessun contatto tra i due attentatori. Christopher Raia, che coordina l'antiterrorismo dell'FBI, non incoraggia le speculazioni su un possibile coordinamento tra Shamsud-Din Jabbar, autore solitario, scandisce l'FBI, dell'attacco a New Orleans, e Matthew Alan Livelsberger, che ha fatto esplodere un cybertruck della Tesla a Las Vegas. Per ora le indagini procedono su piste parallele, e forse alcune risposte proverranno dai due laptop sequestrati a Jabbar, in cui si cercheranno risposte più chiare al gesto di un uomo che più che un terrorista, al di là dei proclami, sembra soffrire un grave disagio. Anche se il responsabile dell'antiterrorismo ha definito la matrice dell'attacco ispirata al 100% dallo Stato islamico. Per il resto, ha chiarito Raia, la situazione sembra sotto controllo a New Orleans, e non c'è più pericolo. Però le domande restano. I profiler dell'FBI, impegnati a disegnare un profilo psicologico dell'attentatore, passeranno al setaccio i cinque video che Jabbar ha registrato mentre era in viaggio da Huston verso New Orleans. E al di là delle smentite, le analogie tra i due attentatori continuano a restare. Nonostante il Presidente Biden abbia invitato non giungere a conclusioni affrettate, non può sfuggire che i due attentatori fossero entrambi ex militari e che abbiano servito nella stessa base dell'esercito. Anche le modalità operative sono simili: l'uso cioè di una piattaforma, Turo, che permette ai proprietari di vetture di metterle a noleggio. Anche se non è ancora stato appurato, banalmente, se i due si conoscessero. Ci sono molti tasselli da colmare, certo, ma come un puzzle che rivela la sua figura lentamente, le indagini sembrano restituire un quadro un po' più complesso di due squilibrati che hanno colpito a casaccio sulla scia della depressione delle feste natalizie.