Approfittando della totale disattenzione della comunità internazionale e del progressivo sdoganamento della giunta militare responsabile, nel febbraio 2021, di uno dei più sanguinosi golpe, nella pur martoriata storia del paese, un tribunale birmano ha aggiunto altri tre anni di reclusione al premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, vincitrice con il suo partito, la nuova Lega Democratica, delle ultime due elezioni. L'ultima condanna si riferisce a presunti brogli elettorali commessi proprio in occasione delle ultime elezioni e va ad aggiungersi ai 17 anni di reclusione già inflitti alcuni mesi fa per corruzione e rivelazione di segreti di stato. Il tribunale ha voluto aggiungere a questa ultima sentenza anche i lavori forzati, che data l'età della signora, 77 anni, verranno probabilmente svolti a domicilio e assumeranno la forma di espletamento di pratiche amministrative per conto dello stesso governo. In un processo separato un altro tribunale ha anche condannato l'ex ambasciatore britannico in Birmania, Vicky Bowman e il marito Htein Lin ad un anno di reclusione per violazione della legge sull'immigrazione. Il tribunale ha offerto la possibilità all'ambasciatore di essere espulsa, opportunità che la diplomatica ha rifiutato preferendo restare accanto al marito, cittadino birmano.























