L'estrema destra ultranazionalista e xenofoba vince le elezioni federali austriache, la FPO raggiunge il 28,8% dei voti arrivando laddove non era mai arrivata. Artefice del successo il suo leader Herbert Kickl. Segue a due punti di distanza il partito conservatore, l'OVP, i popolari del cancelliere uscente Karl Nehammer. Per la prima volta dal dopoguerra un partito di estrema destra nazionalista è la più forte formazione politica della Repubblica. Un'ennesima conferma del vento di destra che agita da tempo l'Europa. Plauso per il successo dell'FPO arriva dei partiti di estrema destra europei, mentre il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è lapidario, in Austria serve una forma di governo a guida popolare che escluda l'FPO. Ogni rigurgito neonazista va respinto. Kickl in effetti non riuscirà a diventare cancelliere, la FPO infatti non ha i numeri per governare da sola e tutti gli altri partiti hanno già annunciato di non voler entrare in una coalizione con i nazional-liberali. Quanto all'SPO, i socialdemocratici, che per decenni hanno dominato la politica austriaca, ottengono un magro 21,1%, il minimo storico. Seguono i neoliberali di NEOS e i Verdi. Le posizioni antieuropee, filorusse e anti-immigrati di Kickl che mira a costruire una fortezza austriaca e sogna un'Austria abitata da chi ama la patria e non i ladri marocchini, ostacolano le alleanze. La parola passa ora al Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen, definito da Kickl una mummia senile, che non ha mai nascosto di considerarlo una minaccia per la democrazia. Il Capo dello Stato ha promesso consultazioni secondo regole chiare e democratiche. Quanto al cancelliere sconfitto, Nehammer, potrebbe formare sia un governo a due con i socialdemocratici, sia un'anomala coalizione a tre con questi e NEOS. Resta comunque il dato politico, come altrove, l'estrema destra ha intercettato paure e preoccupazione degli elettori.