Continua il lavoro di ricerca dei corpi dei cadaveri caduti in mare nel naufragio al largo della Tunisia. Si tratta di un barcone con 53 migranti subsahariani a bordo, partito da Sfax nella notte fra il 4 e 5 giugno e diretto a Lampedusa. I corpi rinvenuti sono per la maggior parte di donne, ma ci sono anche tre bambini. Tra i cadaveri ritrovati c'è anche quello di un tunisino, originario di Sfax, che sarebbe stato al timone del peschereccio affondato. I cadaveri sono stati recuperati dalla Marina tunisina nell'area del mare, situata tra El Louza e Kraten al largo delle isole Kerkennah. Unità della Marina militare e della Guardia Costiera, con l'ausilio dei sommozzatori delle Forze Armate e della Protezione Civile, sono ancora al lavoro nel tratto di mare interessato dal naufragio alla ricerca di altri dispersi. Le città della Tunisia meridionale, sia interne che costiere sono uno dei principali porti di partenza per i migranti irregolari dal Paese del Maghreb. La maggior parte di coloro che si avventurano in mare sono giovani tunisini disoccupati che cercano un futuro Migliore, fiaccati da una grave crisi economica che il Paese sta soffrendo e che ha messo a rischio l'unica transizione democratica sopravvissuta alle primavere arabe. Secondo le statistiche dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, più di 110.000 persone sono riuscite ad attraversare il Mediterraneo in modo irregolare nel 2019 e quasi 1.300 hanno perso la vita tentando di farlo.