Beirut è una piccola città, quindi l'onda d'urto di un terremoto che c'è stato si è sentita tutta. E poi chi è stato più o meno fortunato, ha avuto una serie di danni. Sono i primi passeggeri del primo volo arrivato da Beirut in Italia dopo l'esplosione di mercoledì. Nei loro racconti, l'incredulità, la preoccupazione, la consapevolezza di essere sopravvissuti all'inferno. Non lo so, prima un terremoto, però poi siccome sotto casa mia passano spesso dei mezzi militari, pensavo si fossero scontrati, poi invece ho visto il grande fumo, il fungo, e ho pensato che fosse crollato un palazzo. Chiunque in città ha sentito il boato. Non c'è palazzo che si sia salvato. A raccontarlo sono le immagini che arrivano dal Libano, ma anche i passeggeri del volo della compagnia di bandiera libanese atterrato alle 10:50 a Fiumicino con a bordo 80 persone. Peggio della guerra civile. La guerra civile, l'ultimo conflitto nel 2006 con Israele, l'instabilità sociale e politica, i continui attentati. Questo Paese ne ha vissute tante, ricorda questo italiano che lavora in Libano. I Libanesi ne hanno vissute tante, passeranno anche questo. Dopo la tragedia dell'altro giorno, il governatore della capitale libanese ha commentato: la città è distrutta. Questa mamma beirutina ci dice con voce tremante: