È uno Sean Penn visibilmente commosso quello che ha calcato il palco del Festival del Cinema di Berlino, per presentare in anteprima la pellicola che documenta un anno di guerra in Ucraina. Il film, fuori concorso alla 73esima edizione della berlinale, si intitola Superpower. È dal racconto di mesi di incontri ravvicinati, in persone via Zoom, del due volte premio Oscar e del suo coregista Aaron Kaufmann, con il presidente Volodymyr Zelensky. Nel loro primo incontro a Kiev il presidente ucraino era in giacca e cravatta, così come ci si aspetta da un capo di stato. Era il 23 febbraio 2022. Da lì a qualche ora, tutto sarebbe cambiato per sempre. Prima le sirene, che avvertono del pericolo imminente, poi il fischio delle bombe che annuncia morte e distruzione. Da allora Zelensky ha riposto il completo e indossa la mimetica. L'idea iniziale di Penn e Kaufman era di raccontare l'inconsueta traiettoria di Zelensky, da attore comico nella parte di un professore di storia eletto presidente dell'Ucraina nella serie satirica "Servitore del Popolo", a star politica eletto presidente nella vita reale nel 2019. I fatti, la storia, hanno poi preso il sopravvento. E mentre le esplosioni scuotevano Kiev, Sean Penn è diventato un volontario testimone, in prima fila, di questa lotta che lo stesso premio Oscar ha definito tra Davide e Golia. "Dove Davide", ha spiegato, "sono gli ucraini, mentre Golia sono centinaia di migliaia di russi e non stanno vincendo la guerra".