Il luogo è simbolico, una centrale a carbone chiusa tempo fa in Massachusetts, le condizioni più che appropriate un caldo torrido che, almeno per tutta la prossima settimana, farà sentire la sua morsa su cento milioni di americani. Il cambiamento climatico è un pericolo vero e attuale, dice il Presidente degli Stati Uniti, se non lo fà il Congresso, agirò io. L'ambiziosa agenda ambientalista di Joe Biden, parte della sua piattaforma di governo che prevederebbe di raggiungere le emissioni zero entro il 2050, è ferma proprio mentre gli Stati Uniti come il resto del mondo affrontano un ondata di caldo record; a New York per dire viene chiesto di contenere l'utilizzo dei condizionatori per non far saltare la rete elettrica. La Casa Bianca annuncia quindi 2,3 miliardi di dollari in aiuti alle comunità colpite e un piano per installare mega impianti eolici nel golfo del Messico; altri ordini esecutivi arriveranno nelle prossime settimane mentre, nonostante le richieste del suo partito, Biden non ha formalmente dichiarato lo stato di emergenza che consentirebbe di sveltire finanziamenti e produzione di energia rinnovabile. Gli ostacoli sono diversi: uno è la Corte Suprema, conservatrice, che poche settimane fa limitato ha l'autorità del governo Federale nell'imporre limiti alle emissioni per le centrali; l'altro si chiama Joe Manchin, senatore della carbonifera West Virginia, che in un'aula divisa esattamente a metà, fa l'ago della bilancia in favore dei repubblicani, anche se è democratico. Il mondo si fida di noi, declama retoricamente il Presidente, gli Stati Uniti devono guidarlo nella lotta al cambiamento climatico. Una situazione che, per quanto drammatica, per Joe Biden rappresenta anche un'opportunità. Quando dico climate change penso a nuovi posti di lavoro, sottolinea davanti a un vecchio impianto a combustibile trasformato in fabbrica per i cavi sottomarini delle Industrie eolica. Convertire l'economia industriale più grande al mondo, nel bel mezzo di una crisi energetica globale, potrebbe essere più complesso.























