Un attacco dalla portata doppia rispetto al precedente, quello dell'aprile scorso, circa 180 missili balistici resi efficaci grazie anche all'aiuto degli Stati Uniti che nel frattempo rinforzano la propria presenza nella regione. Dopo aver annunciato l'iniziativa iraniana ore prima che venisse messa in atto Washington fornisce i dettagli dell'attacco sferrato contro Israele. Quello del Pentagono è un resoconto preciso, meno chiare sono le risposte dell'amministrazione sulle possibili conseguenze dell'attacco. Biden ribadisce il suo pieno sostegno a Israele, ma il presidente spera ancora in una soluzione diplomatica del conflitto. Per Washington appoggiare l'alleato contro Teheran è di certo più facile che difenderlo per le operazioni nella striscia di Gaza e ribadire il sostegno incrollabile a Israele è anche un modo per provare a orientarne le scelte. Tutto il mondo dovrebbe condannare l'attacco, sostiene il Segretario di Stato americano Blinken. In Occidente effettivamente lo sdegno è pressoché unanime. L'ONU convoca una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza, il segretario generale Guterres, per bocca del suo portavoce, condanna, cito, l'ampliamento del conflitto. L'assenza di riferimenti espliciti alle responsabilità di Teheran fa infuriare Israele i cui rapporti con le Nazioni Unite non sono certo idilliaci. L'Iran è una forza destabilizzante dice Kamala Harris che si impegna, se eletta, a sostenere Israele. Tema delicato questo, a poco più di un mese dal voto. Trump lo sa e spara ad alzo zero. Il mondo è fuori controllo dice e noi non abbiamo un leader.