In un contesto in cui propaganda, informazione e disinformazione si rincorrono, sarà il tempo a chiarire, forse, l'esatta dinamica della sparizione e riapparizione di Maria Kolesnikova, l'ultima oppositrice di spicco del regime bielorusso a rimanere nel Paese. Secondo la televisione di Stato, la flautista avrebbe cercato di fuggire illegalmente dalla Bielorussia in Ucraina e sarebbe stata trattenuta alla frontiera, con lei ci sarebbero altri due membri del Consiglio di coordinamento dell'opposizione bielorussa, anche loro in stato di fermo. Kolesnikova sta bene, ha chiarito il portavoce del comitato di frontiera bielorusso Anton Bychkovsky. Una fonte vicina all'opposizione, ha dichiarato l'agenzia Interfax, che la vicenda potrebbe essere stata inscenata dai servizi speciali. Nessuno dei 3 aveva intenzione di andare all'estero, anzi erano categoricamente contrari, sono finiti al confine dopo la loro detenzione, ha spiegato, probabilmente sono stati portati lì dal centro di detenzione e sono stati costretti a lasciare il Paese, come raccontato da testimoni oculari, Kolesnikova era stata prelevata con la forza durante l'imponente manifestazione di protesta di Minsk di domenica scorsa e costretta a salire su una camionetta. Per ora sui social i suoi collaboratori si limitano a ribadire che ancora non è noto dove si trovi la donna. In questa crisi bielorussa in cui si sta cercando in ogni modo di evitare un'escalation violenta l'Unione europea ha deciso di battere un colpo, chiedendo la liberazione immediata di tutte le persone detenute per motivi politici, arrestate sia prima che dopo le elezioni presidenziali falsificata del 9 agosto. Il convitato di pietra resta Mosca legata a Minsk, anche da accordi militari. Il Presidente Vladimir Putin ha invitato il Cremlino il collega bielorusso Aleksandr Lukashenko, il tentativo è quello di facilitarne l'accompagnamento alla porta, ma dopo 26 anni, il babbo dei bielorussi, come ama farsi chiamare sembra tutt altro che intenzionato a mollare.