Sono le 12:30 quando la penisola iberica letteralmente si spegne. Un unico blackout colpisce Spagna, Portogallo, ma anche alcune zone del sud della Francia, e il primo pensiero corre all'attacco hacker, mentre si affaccia un'ipotesi dal nome complesso, vibrazione atmosferica indotta. Tre parole che definiscono un raro fenomeno atmosferico, conseguenza delle estreme variazioni di temperatura all'interno dell'area colpita. Le ragioni del blackout non sono ancora accertate, spiega il premier spagnolo Pedro Sanchez in un discorso alla nazione, con l'azienda elettrica che ipotizza fino a 10 ore per ripristinare l'elettricità, ma non la normalità. Intanto trasporti e industrie sono bloccati con gli ospedali alimentati da gruppi elettrogeni. A terra gli aerei, fermi treni, traffico nel caos per i semafori spenti, evacuate le reti metropolitane delle grandi città, rete telefonica inutilizzabile, cellulari spesso offline, infine, supermercati che vengono presi d'assalto per rifornirsi di acqua e generi di prima necessità. Sembra una distopica serie televisiva e dimostra la nostra totale dipendenza dalle fonti di energie, raccontano persone incredule e preoccupate. Riduciamo al limite gli spostamenti, è l'invito di Sanchez, che presiede una permanente riunione di crisi. A preoccupare anche le cinque centrali nucleari spagnole che hanno smesso di produrre elettricità, utilizzando i gruppi elettrogeni per alimentare i sistemi interni di sicurezza. E già c'è chi chiede a Sanchez, come la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, di attivare il livello di emergenza 3, con l'esercito che può intervenire per ripristinare l'ordine, se necessario.