In America lo descrivono come un equilibrista in bilico su una fune traballante. La missione, quasi impossibile, del Segretario di Stato americano Blinken in Medio Oriente è conciliare la storica amicizia con Israele cercando, al contempo, di raffreddare l'escalation nella regione che, a Gerusalemme, il nuovo Governo di destra sembra voler alimentare. Dopo l'incontro con il Premier Netanyahu il capo della diplomazia americana è andato in Cisgiordania per colloqui con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas. Ha ribadito, anche a lui, che gli Stati Uniti si oppongono a qualunque azione intrapresa da israeliani o palestinesi che renda più difficile la convivenza in due Stati, poi ha blandito il suo ospite criticando l'espansione degli insediamenti israeliani, le demolizioni e gli sgombri delle case palestinesi e la messa a repentaglio dei luoghi sacri. Abu Mazen ha chiesto l'appoggio americano perché al ANP si è riconosciuto lo status di membro ONU, ma Washington è contraria. In compenso il Segretario di Stato ha annunciato lo stanziamento di altri 50 milioni di dollari per i rifugiati tramite le Nazioni Unite e si è impegnato a continuare a lavorare per riaprire il consolato agli affari palestinesi a Gerusalemme che però gli israeliani non vogliono.