Invita alla calma Antony Blinken, lo fa prima con gli israeliani e poi a Ramallah a colloquio con Abu Mazen, che intanto ha però interrotto il fondamentale coordinamento di sicurezza con Gerusalemme. Ma già in Egitto, all'inizio della sua missione mediorientale, il Segretario di Stato americano premeva per una rapida de-escalation a fronte di una situazione incandescente dopo il recente raid a Jenin, in Cisgiordania, da parte dell'esercito israeliano, che ha portato alla morte di 10 persone tra miliziani e civili, e il doppio attentato palestinese a Gerusalemme con 7 persone uccise all'uscita di una sinagoga. È responsabilità di ognuno, ha detto Blinken, intraprendere passi per abbassare la tensione, ribadendo anche con forza, davanti alle tendenze della destra radicale, al governo in Israele con il Premier Netanyahu, che l'amministrazione Biden resta fedele alla visione dei due stati e che sulla Spianata delle Moschee va mantenuto l'attuale status quo. Le maggiori convergenze con Gerusalemme, che comunque Blinken sottolinea essere partner indiscusso di Washington, il capo della diplomazia americana le trova soprattutto sul nodo iraniano, con Netanyahu che spiega: abbiamo concordato che Teheran non dovrà mai acquisire armi nucleari. La maggior parte della comunità internazionale ha visto la vera faccia dell'Iran, le barbarie di questo regime contro il suo popolo. Parole alle quali la Repubblica Islamica risponde però minacciando: il governo americano è ben consapevole che l'Iran non tollererà alcuna aggressione contro il suo territorio e darà una risposta ferma e spiacevole in caso di attacchi.