L'America è con Israele, il sostegno di Washington è ferreo e non vacillerà mai. Ma il segretario di stato Blinken non è andato a Gerusalemme per firmare, al nuovo Primo Ministro Netanyahu, un assegno in bianco. Gli Stati Uniti temono che un Governo di estrema destra non riesca o non voglia superare lo stallo del dialogo con i palestinesi, gli episodi degli ultimi giorni nella regione ne sarebbero testimonianza. "La visione dei due Stati che vivano pacificamente vicini è l'unica strada possibile", dice il Capo della diplomazia americana che arriva nel momento di maggiore tensione degli ultimi anni. Dopo aver ricordato che Israele ha beneficiato di sostegno e decine di miliardi in aiuti anche militari da Washington, sottolinea la necessità di lavorare per riportare la calma e favorire una de-escalation, perché tutto ciò che da questo allontana danneggia Israele nella sua sicurezza e nella sua identità di Stato democratico. É il punto su cui Stati Uniti e l'alleato storico sono più distanti. Netanyahu accoglie l'inviato del Presidente Biden dicendo di voler approfondire la pace già raggiunta con gli accordi di Abramo, siglati dal predecessore Trump, e supportati anche dall'attuale amministrazione e parla vagamente di espandere il circolo della pace con quelli che chiama: "Vicini palestinesi". Su una questione invece c'è piena sintonia, "L'Iran non dovrà mai ottenere l'arma nucleare" scandisce Blinken a pochi giorni da un misterioso attacco attribuito al Mossad israeliano contro una installazione militare iraniana. Non è chiaro se gli americani fossero stati informati, come prassi, ma certo non disapprovano, "Ogni opzione è sul tavolo", ha detto chiaramente il Segretario che ha nuovamente denunciato la fornitura di droni alla Russia per l'impiego in Ucraina in cambio di, non meglio precisate, sofisticate tecnologie quelle che potrebbero, nello scenario peggiore, dare a Teheran la bomba atomica.