Bollato come criminale che voleva assumere il potere, l'ex generale Zuniga, arrestato con l'accusa di tentato colpo di stato, sostituiti i vertici militari guidati ora da Sanchez Velazquez, il governo boliviano annuncia che la situazione è sotto controllo e che la vita può riprendere normalmente. Una vittoria delle istituzioni democratiche e del popolo, esulta un festante presidente Arce davanti alla folla che lo acclama, quella stessa folla che ha raccolto subito l'appello alla mobilitazione nelle tre ore di caos del tentato golpe, stringendosi intorno al palazzo governativo. La Paz non ha chiuso occhio per tutta la notte, vivendo ore concitate e anomale. I soldati, esortati dal nuovo comandante a tornare nelle caserme e a smobilitare, hanno obbedito subito. Il governo annuncia solo l'arresto di un altro ufficiale, mentre un gruppo di militari è ora sotto inchiesta. Se il tema che ora serpeggia è che la modalità del fallito golpe abbia delle incongruenze, al momento quello che resta impressa è la straordinaria reazione popolare. Per ore i sostenitori del presidente hanno intonato slogan e canti in suo sostegno. La Bolivia vive una profonda crisi economica e la sua politica è polarizzata dopo anni di instabilità. Il partito al governo, il Movimento per il Socialismo, è diviso internamente tra chi sostiene Arce e chi Evo Morales, un tempo alleati e ora avversari nelle elezioni presidenziali del 2025. L'ex presidente Morales, che si è dimesso nel 2019 per le accuse di frode elettorale, punta oggi a riprendere il controllo del partito.























