Mesi e mesi passati a consultare video nel web occulto ma soprattutto nel web visibile e accessibile a tutti, parliamo di YouTube e Google. Ore, giorni in cui Salman Abedi si è preparato per l’attentato all’arena di Manchester dove si è fatto esplodere uccidendo 22 giovanissimi. Tanto tempo passato a capire i segreti della chimica ma la cosa più grave è che Abedi si è documentato su video postati dall’ISIS su YouTube, ma non solo dall’ISIS, anche da sprovveduti divulgatori. Video che sono stati visualizzati diverse migliaia di volte prima di essere rimossi, seppur in evidenza mostravano la loro pericolosità. A denunciare l’ennesimo caso di seguace dell’ISIS che si è formato sulla rete per mettere a segno un attentato è il Times. Ma Abedi è solo l’ultimo di una lunga serie di jihadisti pronti al martirio che hanno appreso come seminare terrore nel web. Ancora ieri era possibile consultare video-guide per la produzione di bombe e ancora oggi si trovano liberamente disponibili su YouTube le istruzioni passo dopo passo su come fare una bomba usando l’acetone perossido, l’ingrediente utilizzato da Abedi appunto. Il triperossido di triacetone, ormai tristemente noto come TATP, può essere fatto utilizzando sostanze chimiche comuni. Per avere un’idea della sua pericolosità basti pensare che è stato usato a Londra negli attacchi alla metro del 2005 come negli attentati a Bruxelles e a Parigi del 2015. Sempre il TATP, in una maldestra composizione, è stato scelto per l’ultimo attacco suicida fallito alla stazione centrale di Bruxelles solo martedì scorso. Ci si domanda cos’altro deve accadere per spingere i colossi della rete ad intervenire tempestivamente per rimuovere i contenuti pericolosi dal web.