La povertà non è solo un numero, non è solo statistica, è un'emergenza che ha colpito e devastato una porzione molto ampia del tessuto sociale brasiliano. San Paolo, per certi versi, rappresenta tutte le contraddizioni del paese, forse di tutto il continente. La città più ricca del Sud America ma anche con la maggior percentuale di senzatetto, la maggiore disparità economica e il non invidiabile primato di essere la più pericolosa di tutta l'America Latina. Sì, persino più della leggendaria Città del Messico. Questa massa di disperati rappresenta uno degli obiettivi della campagna elettorale brasiliana. Qui si trova la più alta percentuale di indecisi, qui, purtroppo, si trovano anche i più influenzabili. Eppure sono proprio loro, i disperati, che potranno cambiare all'ultimo secondo il testa a testa tra Bolsonaro e Lula, che infatti hanno fatto ricomparire la povertà nel dibattito politico. Per capire come si orienta questa massa abbiamo incontrato Paulo Galo, rappresentante di un movimento che fa da portavoce per più di un milione di persone nella sola San Paolo. "Il nostro", dice, "è un movimento composto da molti movimenti. Nel 2020 le condizioni di lavoro, già difficili, sono diventate ancora peggiori. Abbiamo cominciato a organizzarci partendo da qui". "In questo periodo la domanda di lavoro era aumentata ma diminuita la retribuzione e questa è una delle ragioni per cui abbiamo iniziato a fare qualcosa per organizzare uno sciopero". "La mia speranza per il futuro", conclude, "è che si dia il via a un progetto rivoluzionario. Credo fermamente che il Brasile abbia bisogno di un presidente che conosce la fame, che proviene dalle classi più povere, che abbia vissuto le stesse situazioni che viviamo ogni giorno, così che possa fare del bene al paese, in un modo che nessun presidente prima di lui ha fatto". "Per trovare la povertà a San Paolo non bisogna allontanarsi nelle favelas, basta andare al centro. Ci troviamo a Praca da Sé e qui, vicino alla cattedrale, si unisce un'umanità miserabile. Molti di loro sono tossicodipendenti, malati di mente oppure semplicemente persone impoverite che vivono in condizioni terribili. Non raramente si verificano risse e scontri con la polizia. La stazione di polizia si trova proprio qui vicino". Paulo Galo crede che qui i germogli la speranza per il futuro del paese anche se, per ora, sembra che prevalga la disperazione.























