La disperazione di chi ha perso i propri cari e quel poco che aveva. Si scava come si può, in un mare di fango e detriti. In Brasile, decine di vittime, abitazioni travolte dalle acque e dalle valanghe di sassi. Ancora una volta, il maltempo si accanisce sulla regione montuosa dello stato sud-orientale di Rio de Janeiro. Devastata dalle alluvioni Petropolis la città imperiale a 70 chilometri a nord della metropoli. Le piogge torrenziali hanno causato frane e inondazioni. Uno dei punti più critici è il Morro da Oficina. In sole sei ore di temporale è caduta più pioggia della media prevista per tutto febbraio. Le autorità locali hanno decretato lo stato di calamità pubblica e sospeso le lezioni nelle scuole. Non è la prima volta che la zona vive la tragedia simile. Nel 2011 frane allagamenti provocarono 900 morti. Oltre 180 uomini dei Vigili del Fuoco sono al lavoro sul posto; evacuate e soccorsi decine di famiglie; le squadre di ricerca tentano di aiutare chi è in situazioni critiche, altre stanno scavando per raggiungere chi è ancora sepolto. La situazione è tragica. I Vigili del Fuoco, hanno difficoltà ad accedere a locali più critici perché ci sono molte auto e autobus abbandonati per strada. Ha riferito così il capo della protezione civile. I video pubblicati sui social mostra il crollo di barriere strade bloccate automobili e altri mezzi trascinati via per le strade a causa della forza dei temporali. Il presidente Bolsonaro in visita in Russia sui social ha assicurato un'assistenza immediata per le vittime solidarietà alle famiglie ma non ha interrotto il suo viaggio e il suo ritorno nel paese è previsto come da programma Venerdì.























