La Vincenzo Limited è una società composta da 19 dipendenti, di cui cinque gli inglesi, che importa cibi freschi dall’Italia. Rifornisce molti dei più famosi ristoranti italiani di Londra e come tanti grossisti deve fare i conti con le regole sempre più stringenti entrate in vigore con la Brexit. Il 30 aprile è il giorno stabilito per l’inizio dei controlli fisici al porto di Dover sui prodotti vegetali e animali. Le verifiche sono previste a campione, circa il 30%, per le merci giudicate a basso e soprattutto medio rischio, come, ad esempio, il Parmigiano Reggiano, e del 100% per quelli ad alto rischio, come gli animali vivi. Come è facilmente intuibile, l’aumento dei controlli e dei tempi di import export provoca un innalzamento dei costi e, come ultimo effetto, una crescita dei prezzi al consumo. Che si compri al supermercato o si vada al ristorante. "Dobbiamo fare tutta una serie di adempimenti burocratici che portano via tempo e ci limitano anche la nostra operatività, e in più se tutto non è a norma, la merce che arriva dall'Italia, possono anche confiscartela e bloccarla a Dover". Prima che i vari provvedimenti della Brexit entrassero in vigore, far arrivare una pedana dall'Italia al Regno Unito costava circa 160 sterline. Ora il prezzo è lievitato fino a 325 sterline. A causa delle nuove regole la Vincenzo Limited ha dovuto operare delle scelte, e ad esempio rinunciare a un prodotto come il gambero rosso di Mazara del Vallo, ritenuto ad alto rischio, che da solo garantiva 100mila sterline di fatturato l'anno. "Voi siete degli imprenditori, creatività italiana, ci sono delle difficoltà, si cercano delle soluzioni". "Sì ci stiamo attrezzando, appunto, per i clienti privati consegnando direttamente a casa i prodotti della nostra Italia, del nostro made in Italy, direttamente a casa degli inglesi e degli italiani che vivono qui in Inghilterra". "E che cercano la qualità". "E che cercano la qualità assolutamente".