Brexit, costi del divorzio tra i primi punti sul tavolo

19 giu 2017
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Quello sulla Brexit è un negoziato tutto da scrivere e dagli esiti incerti, a partire dai primi punti che verranno fissati in questa fase iniziale. Uno di questi è il costo del divorzio, cioè i soldi che Londra dovrà versare a Bruxelles per rispettare tutti gli impegni già presi. Secondo alcune stime, il conto potrebbe arrivare fino a 100 miliardi di euro anche se le trattative potrebbero fissare la cifra finale intorno ai 50 miliardi. Poi, sempre nella prima fase, ci sarà da stabilire i diritti dei cittadini, quelli europei che vivono in UK e i britannici che vivono in Europa. Solo in una seconda battuta si inizierà a discutere di accordi commerciali e qui davvero nessuno può dire che direzione prenderà la partita. Se fosse dipeso da Theresa May avremmo visto la cosiddetta “hard Brexit” quella in cui Londra non accetta il libero movimento di persone all’interno dei suoi confini e con esso rinuncia anche al mercato unico. Ma la May ha perso la sua maggioranza proprio nelle elezioni anticipate che aveva convocato per rafforzarsi ed è appesa all’alleanza con i conservatori nord irlandesi del Democratic Unionist Party, un partito cioè dell’unica regione del Regno Unito che avrebbe un confine di terra da gestire con l’UE, quello con la vicina Irlanda e che ha già detto di non volere l’hard Brexit. Così come in favore di una uscita più morbida, che non metterebbe a rischio i rapporti commerciali, si sono schierate cinque delle principali Istituzioni economiche del Paese, dalla Confindustria inglese all’associazione delle piccole e medie imprese. Il modello potrebbe essere quello norvegese o svizzero. Nessuna adesione al mercato unico ma allo spazio economico europeo con accordi bilaterali con i vari paesi per regolare esportazioni e importazioni. La May ha detto di preferire nessun accordo a un cattivo accordo, ma lo scenario “nessun patto” significherebbe che il Regno Unito opererebbe sotto le regole dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Tradotto: aumenterebbero dazi e tariffe doganali e in questo scenario sarebbe il Regno Unito a rimetterci di più.

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