Ha scelto Firenze per i legami economici e culturali con il Regno Unito. Ha scelto Firenze perché vuole parlare delle future relazioni con l’Europa nel cuore storico dell’Europa stessa. Ha scelto Firenze e a Firenze Theresa May, il prossimo 22 settembre, terrà un discorso sulla Brexit, ufficialmente per sottolineare il desiderio di una relazione profonda e speciale con l’Unione europea e per fare il punto sui negoziati, secondo le voci critiche, per lanciare messaggi soft che possano sbloccare una situazione che al momento non vede grandi passi avanti in un’Italia che il Telegraph definisce anello debole dell’UE e con diffuse simpatie per la Brexit, tralasciando il ruolo di Paese fondatore e i passi avanti nella ripresa; un dibattito politico che vede anche un europeismo diffuso. È un discorso che in ogni caso rimarrà nella storia del processo di uscita dall’Unione europea del Regno Unito e che segnala un nuovo attivismo in prima persona della May, che riparte dalla città del Gran Tour e storica potenza commerciale per passare poi a Strasburgo. Ci sarà, infatti, anche l’intervento, davanti alla Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo, in data da destinarsi, ma ufficiale, anche se non mancano le voci contrarie, come quella del negoziatore per l’Assemblea Guy Verhofstadt. “Dovrebbe venire a parlare davanti alla plenaria”, aveva detto pochi giorni fa, ricordando: “Noi abbiamo diritto di veto sull’accordo finale”. Un suggerimento a cui la portavoce del Primo Ministro non offre risposte, così come sceglie di non commentare le ultime dichiarazioni di Jean-Claude Juncker: “Vi pentirete della Brexit”. Piuttosto, ribadisce: “Il popolo britannico con quel voto si è espresso”.