Multilateralismo inclusivo è tra gli slogan del summit BRICS. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica riuniti in queste ore a Johannesburg e accumunati dalla convinzione che sia necessario ridimensionare l'influenza dei Paesi occidentali, e nello specifico degli Stati Uniti. Il palcoscenico perfetto per il Presidente russo Vladimir Putin, che ha usato il suo discorso, in video collegamento da Mosca, per giustificare l'aggressione nei confronti di Kiev, davanti a Nazioni che non hanno mai chiaramente condannato le azioni russe nel conflitto. "Alcuni Paesi promuovono la loro egemonia, la loro eccezionalità, la loro superiorità. Le aspirazioni al preservare questa egemonia di pochi nel mondo ha portato alla crisi in Ucraina". Per la Russia, rafforzare i legami con i Paesi BRICS, che rappresentano, con 3,2 miliardi di abitanti, il 40% della popolazione mondiale, e quasi il 26% del PIL globale, è anche un modo per indebolire il peso delle sanzioni internazionali a suo danno. Putin che denuncia le politiche neo coloniali dell'Occidente si presenta ai Governi del Sud del mondo come alternativa all'Occidente, appoggiato dalla retorica su un nuovo multilateralismo dell'alleato Xi Jinping. Dovremmo permettere a più Paesi di far parte della famiglia BRICS, ha detto il Presidente cinese, e impegnarci a rendere la governance globale più giusta. Secondo funzionari sudafricani, almeno 40 Paesi oggi sarebbero interessati a unirsi al gruppo. Nella direzione di un ordine mondiale alternativo va anche la proposta del brasiliano Inácio Lula da Silva, nella creazione di una moneta comune alternativa al dollaro, e la spinta di Russia e Sudafrica all'utilizzo negli scambi commerciali delle valute locali.