Le proteste contro il carovita non si fermano. Aspettando Londra è il centro di Bruxelles ad essere invaso da migliaia di lavoratori che chiedono al Governo di fare di più per affrontare la crisi economica prodotta da pandemia e guerra. Con slogan, cartelli e striscioni i manifestanti hanno protestato contro la mancanza di interventi. Secondo i sindacati l'impatto dell'aumento dei prezzi sulle famiglie è sconvolgente perché la retribuzione non ha tenuto il passo con l'inflazione. Tutto sta diventando più difficile, dice questa lavoratrice, il carburante è molto costoso, gli affitti sono sempre più alti ed è giunto il momento che lo Stato faccia qualcosa per cambiare le cose. Secondo i sindacati erano presenti a manifestare circa 80 mila persone, le proteste hanno avuto ripercussioni sui trasporti e negli aeroporti. Lo scalo di Bruxelles ha cancellato molti voli in partenza a causa della mancanza del personale addetto alla sicurezza e anche la maggior parte dei voli in arrivo ha subito ritardi. Disagi sono stati registrati su tutto il trasporto pubblico locale e sulle linee ferroviarie. A nulla sono valse le rassicurazioni del Primo Ministro che ha detto che i lavoratori belgi sono quelli protetti nel modo migliore dal punto di vista salariale rispetto alla maggior parte dei lavoratori degli altri Paesi dell'Unione Europea. Ma le agitazioni proseguono. Nel Regno Unito è stato confermato lo sciopero generale che coinvolgerà l'intera rete ferroviaria britannica nei giorni di martedì 21 giugno e poi ancora giovedì e sabato 23 e 25 giugno, con ripercussioni previste anche negli altri giorni della settimana. La rivendicazione è quella di un aumento dei salari capace di compensare il carovita. La mancata risposta delle aziende ha spinto diverse categorie di lavoratori ad astenersi dal lavoro. Sono le prime marce ma è difficile che siano le ultime.























