La strage del sabato sera, in una sala da ballo, dove si festeggiava il Capodanno cinese, è l'ennesima storia di ordinaria follia americana. Inutile cercare un movente razionale per l'anziano immigrato asiatico, che l'altra notte ha aperto il fuoco con una pistola semiautomatica nel locale dove per anni, anch'egli si era dilettato. 72 anni, ex camionista che aveva invano tentato di mettersi in proprio, solitario e paranoico. Era convinto che lì, dove aveva conosciuto la moglie, lasciata però 15 anni fa, si parlasse male di lui, che per questo non fosse stato invitato alla festa in quello che probabilmente era l'unico luogo dove cercava di socializzare. Sembra essere bastato per compiere un massacro di signore e signori di mezza età, tutti dai 50 in su, tutti di origine asiatica, come la maggior parte delle persone di questa comunità, nella sterminata area metropolitana di Los Angeles. Poteva andare peggio. Dopo la carneficina e prima di togliersi la vita con un colpo di pistola in un furgoncino, aveva fatto irruzione in un'altra sala da ballo, dove un giovane lo aveva però disarmato e costretto a fuggire. Quella di Monterey Park è la più grave strage da quella della scuola elementare in Texas del maggio scorso. Ma, da inizio anno, sono già oltre una trentina le sparatorie in tutto il Paese, l'ultima poche ore fa, sempre in una scuola, in Iowa, con due studenti morti e un insegnante ferito, non rientra neanche nella casistica delle sparatorie di massa, che richiedono almeno 4 persone coinvolte.