Si è conclusa, dopo 72 ore, la più grande caccia all'uomo nella storia del Canada: è stato prima arrestato, Myles Sanderson, 30 anni, ricercato dal 4 settembre per aver accoltellato a morte 10 persone, ferendone altri 18 nella remota provincia dello Saskatchewan. Poi, poco dopo, come conferma la polizia, l'uomo è morto in ospedale. Sarà l'autopsia ad accertare le cause del decesso. Le vittime della strage, tutte tranne una, facevano parte delle comunità indigene della James Smith Cree Nation e del vicino villaggio di Weldon. Il più giovane aveva 28 anni, il più anziano 78. Lui, Myles, con 59 precedenti penali per aggressione, rapine, violenze era riuscito a fuggire. Suo fratello Damien, trentunenne, ritenuto corresponsabile, era stato trovato il giorno dopo senza vita non lontano dai luoghi del massacro. Si ipotizza che fosse stato proprio l'altro ad ucciderlo per poi dileguarsi ferito ed armato. Resta ancora molto da capire sul movente della carneficina: uno dei leader delle Nazioni di nativi aveva pensato all'ipotesi che alla base ci fossero questioni legate alla droga. La polizia non ha confermato, stando alle indagini solo alcune delle vittime erano state prese di mira; tra di loro ci sarebbe anche il suocero dell'uomo fermato nelle ultime ore. I due fratelli erano andati casa per casa, bussando, colpendo e uccidendo chi apriva la porta e seminando il panico tra gli abitanti della zona. Durante le ricerche del secondo uomo le autorità avevano invitato i cittadini a non uscire di casa e a diffidare dagli sconosciuti. Tutto finito. Myles Sanderson è stato trovato vicino alla città di Rosthern a poca distanza dalla zona degli omicidi. La polizia canadese ha diramato un comunicato: nessuno deve più avere paura.























