Secondo le ultime notizie l'ex presidente boliviano Evo Morales si trova ancora a Cochabamba, la sua roccaforte. Smentita ogni ipotesi di fuga in Paesi vicini, così come l'esistenza di un mandato di cattura nei suoi confronti. Il Capo della Polizia ha negato, infatti, che l'ex Capo dello Stato sia incriminato, anche se Morales ha parlato di “mandato illegale” nei suoi confronti e ha puntato il dito contro gruppi di violenti che avrebbero attaccato la sua abitazione. Quale sia il suo destino giudiziario. è da vedere, la situazione è complessa, anche perché l'OSA, l'Organizzazione degli Stati Americani, che ha monitorato le consultazioni, ha parlato di gravi irregolarità. Consultazioni che avrebbero portato alla sua quarta contestatissime elezione. Proprio su questo aspetto si erano appuntate le critiche della Corte Suprema boliviana, ritenendo illegale un quarto mandato. Opinione che Morales aveva ignorato, forte di un consenso che fino alle elezioni sembrava essere inattaccabile. Le settimane di proteste e violenze di piazza, hanno costretto l'ex Presidente a dimettersi e accusare l'opposizione di golpe. Ora c'è da gestire la transizione e l’OSA potrebbe avere un ruolo di primo piano. Ma l’OSA non ha una linea unitaria, perché se il Brasile di Bolsonaro ha dato il suo sostegno a una transizione democratica e pacifica con elezioni trasparenti, hanno parlato esplicitamente di golpe Paesi come il Cile, il Nicaragua, che ha fortemente condannato il colpo di Stato, il Venezuela di Nicolas Maduro, che ha accusato la destra di avere sostenuto l'opposizione. Né si può trascurare la posizione dell'ex Presidente brasiliano Lula, che ha denunciato come Evo Morales si è stato obbligato a rinunciare al suo mandato. Anche il resto della comunità internazionale si divide, la Russia, dopo aver negato di aver ricevuto richiesta d'asilo, ha condannato il colpo di Stato e ha auspicato una soluzione pacifica senza interferenze di paesi terzi. Mentre l'Unione europea ha invitato alla moderazione tutti i protagonisti della vicenda.