Kennedy Space Center, 18 gennaio 2024. L'aeroporto della NASA dove un tempo atterravano gli shuttle, come racconta il vecchio logo rimasto su un muro, è pieno di operatori e fotografi in attesa dell'equipaggio della missione Ax-3, in partenza per la Stazione Spaziale Internazionale. A volare sono quattro astronauti tutti europei, tra cui il colonnello dell'Aeronautica Militare Walter Villadei, grazie a un memorandum siglato tra il Ministero della Difesa e Axiom Space, compagnia privata texana al suo terzo viaggio in orbita. Che le cose stessero cambiando, in questa striscia di terra a meno di un'ora da Orlando, in Florida, lo avevamo già capito andando a ritirare i permessi per entrare all'interno del Kennedy Space Center. Oltre al normale badge verde della NASA, per poter raccontare la nostra storia dobbiamo avere anche quello di Axiom Space che considera queste missioni verso la ISS come dei precursori della sua futura stazione commerciale. C'eravamo andati qualche mese fa a Torino, negli stabilimenti di Thales Alenia Space, a vedere questi pezzi di futuro. Moduli pressurizzati, destinati ad ospitare prossimi astronauti ed esperimenti. Arriva l'elicottero con a bordo l'equipaggio. I 4 astronauti scendono uno alla volta e salutano le famiglie. Sarà l'ultima volta che si vedono prima dello Spazio. Sulla vecchia pista della NASA dove un tempo atterravano gli shuttle, è il momento del passaggio di consegne tra Axiom Space, compagnia privata che gestisce la missione e Space-X, compagnia privata targata Elon Musk che gestisce il lanciatore Falcon 9 che porterà in orbita l'equipaggio e la navetta Crew Dragon che lo condurrà sano e salvo fino alla Stazione Spaziale Internazionale. Passato, presente e futuro si fondono per un attimo in queste immagini che raccontano l'inizio di quella che Bill Nelson, numero uno della NASA, definisce la nuova Età dell'oro. "Oggi la new space economy conta circa 400 miliardi di euro di fatturato in un anno, di cui noi approfittiamo circa di 7 miliardi, quindi capite che c'è un grandissimo spazio per crescere in un contesto che crescerà molto. È chiaro che noi, come Italia, siamo all'avanguardia in moltissime tecnologie, e non per forza sono sviluppate dalle grandi imprese. Anzi, le nostre medio-piccole imprese sono delle fucine di novità, di ricerca, di sviluppo e di tecnologia che poi sono utilizzate in questi contesti". "Oggi segniamo una pagina storica per il nostro Paese, una grande missione e soprattutto rappresentiamo l'Italia tra i grandi Paesi che operano nello Spazio, in quella che è la new space economy che in questi anni vedrà una crescita esponenziale, e noi saremo protagonisti". Voluntas, nome italiano scelto per la missione di Walter Villadei, richiama le nostre origini, per dirla con le parole dell'astronauta, e l'aspirazione a superare i propri limiti. "Oggi i limiti sono un po' quelli fisici: lo Spazio a 450 km di quota, e ci proiettiamo verso la Luna e un domani verso Marte, ma anche i limiti della conoscenza, quindi fare ricerca, fare sperimentazione, portare innovazione tecnologica qui diventa fondamentale e questa è l'essenza della missione". Tra i compagni di Villadei, l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea Marcus Wandt. Anche per l'ESA è una prima volta. E all'orizzonte si affacciano già nuove missioni. Mentre all'interno della base si lavora per fare spazio ad altre compagnie private, a Cape Canaveral il tempo sembra essersi fermato soltanto in questo negozio di souvenir, dove gli articoli in vendita raccontano unicamente storie targate NASA. Qui il futuro può ancora attendere.