Due immagini si aggiungono a questa nuova storia di violenze e di proteste. Questa e questa. E cioè da un lato il fragore degli spari esplosi da un diciassettenne suprematista arrestato per aver ucciso due persone a Kenosha in Wisconsin, durante le nuove proteste contro il ferimento di Jacob Blacke, l'afroamericano colpito alla schiena dalla polizia. E poi il silenzio surreale dell'Arena di Orlando, che con gli spalti già vuoti per il Covid, si è ritrovata con il parquet deserto perché i giocatori dei Milwaukee Bucks, la squadra del Wisconsin, hanno deciso di non giocare gara a cinque dei playoff. L’NBA si ferma per la protesta dei giocatori, si ferma tutta e forse fino a fine stagione, perché con i Bucks si schierano anche le altre squadre. Ma l'effetto domino non è solo sotto canestro, decidono di fermarsi i giocatori di baseball, football, calcio e tennis in una protesta che diventa senza precedenti in uno dei momenti di massima tensione sociale negli Stati Uniti. A Minneapolis non è vera la notizia della morte di un altro afroamericano per mano della polizia, ma sono bastate le voci per scatenare nuovi scontri e disordini nella città in cui era stato ucciso George Floyd.