Il Cremlino respinge le accuse “Non siamo coinvolti nel presunto avvelenamento dell'oppositore russo Navalny e dunque non ci sarebbe alcun motivo per sanzioni contro la Russia”. Sono le agenzie russe ad attribuire queste affermazioni al portavoce di Putin. Il governo tedesco senza ombra di dubbio, invece, parla di avvelenamento. Ci sono prove inequivocabili sull'uso del veleno, la stessa sostanza peraltro usata conto Skripal e la figlia nel 2018. Durissima la Merkel, sul Mosca gravano domande pesanti a cui solo la Russia può e deve Rispondere, “Il mondo aspetta delle risposte” specifica. Prima Mosca nicchia, il rublo crolla e allora il Cremlino parla. “Siamo disposti a collaborare” ma la collaborazione si traduce in un “In Russia prima del trasferimento le analisi sul Navalny non presentavano tracce di veleno”. È un duro scontro, dunque, tra Merkel e Putin, più del solito. Poi arrivano anche le reazioni internazionali, dagli Stati Uniti all'Unione Europea. La Casa Bianca afferma “Siamo profondamente Turbati”, “Atto spregevole e codardo” dice il Presidente della Commissione europea von der Layen. La Merkel parla del referto chiaro del centro di tossicologia dell'esercito tedesco che si occupa di proteggere civili e militari da attacchi chimici. Da qui incontri, telefonate e la risposta “Ci sarà una reazione adeguata e comune alla luce di quella che sarà la risposta di Mosca”. Intanto Berlino convoca l'ambasciatore russo. Navalny è arrivato a Berlino, dov’è stato accolto per ragioni umanitarie, su auspicio della famiglia, il 22 agosto scorso. Da allora è in terapia intensiva, resterà in coma farmacologico per almeno altre due settimane, hanno fatto sapere i medici.