7 anni senza Giulio. 2016, erano da poco passate le 7 di sera del 25 gennaio quando il ricercatore friulano, che oggi avrebbe 35 anni appena compiuti, mandò un sms alla fidanzata. E' stato quello l'ultimo suo segnale di esistenza in vita poi il buio. Il corpo venne ritrovato il 3 febbraio, 9 giorni dopo, sul ciglio di questa strada che unisce Il Cairo ad Alessandria d'Egitto. Per gli inquirenti italiani che hanno seguito il caso ci sono pochi dubbi. I colpevoli del rapimento, della tortura e dell'uccisione di Giulio Regeni sono 4 agenti dei servizi segreti egiziani. Il processo contro di loro è iniziato a ottobre del 2021 ma a luglio del 2022 la Cassazione è stata costretta ad alzare bandiera bianca e a sospendere il procedimento. Impossibile tenere un processo quando non si riesce nemmeno a notificare gli atti agli imputati. Da Il Cairo non c'è alcuna collaborazione. Lo scorso 22 gennaio, dopo l'incontro col Presidente egiziano Al Sisi, in cui si è parlato soprattutto di migranti ed energia, il nostro Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha affermato, sul caso Regeni ho ricevuto rassicurazioni per una piena collaborazione, piena, ha detto. Di certo l'Italia avrà presto occasione di metterla alla prova questa apertura. Il prossimo 13 di febbraio è infatti prevista una nuova udienza del procedimento giudiziario sull'omicidio e c'è da sperare che in quell'occasione i magistrati italiani da Il Cairo ricevano almeno un indirizzo al quale far arrivare gli atti relativi ai 4 gente egiziani. Basta per favore finte promesse, avevano detto i genitori di Giulio dopo l'annuncio del Ministro Tajani. Pensiamo sia oltraggioso questo mantra sulla collaborazione egiziana che invece è inesistente. Intanto in tutta Italia si moltiplicano le iniziative per ricordare i 7 anni dalla sparizione del giovane ricercatore.