Un cecchino, uno sparo da quasi 200 metri, un omicidio che conferma la tragica relazione tutta americana tra violenza e politica. Così è morto Charlie Kirk, sorta di sciamano MAGA capace di conquistare orde di giovani alla causa radicale del trumpismo. "Un leggendario martire della verità", lo definisce Donald Trump, che in più di un'occasione ha riconosciuto il contributo fornito da Kirk alla sua vittoria dello scorso novembre, e che ora parla di momento buio. Habitué della Casa Bianca, tra gli ospiti d'onore al giuramento del Presidente, Kirk era stato definito una rockstar MAGA dal figlio di Trump, Don Jr, che l'aveva portato con sé nella sua visita in Groenlandia qualche mese fa. Per ordine della Casa Bianca, in America le bandiere sventoleranno a mezz'asta fino a domenica. Oggi la condanna politica è bipartisan, anche Joe Biden e Barack Obama esprimono cordoglio, ma è facile immaginare che archiviato il lutto sarà il momento delle polemiche. Con i repubblicani che, come già fa Trump, daranno la colpa agli attacchi della sinistra al movimento MAGA e l'opposizione che tirerà in ballo la retorica violenta sdoganata da tempo dallo stesso Trump. Kirk non era alieno alle dichiarazioni estremiste. Nel corso del tempo aveva diffuso teorie cospirazioniste sul Covid, ipotizzato complotti in fatto di immigrazione, sostenuto informazioni negazioniste in materia di clima e idee controverse su gender e famiglia. Quando aveva 18 anni ha co-fondato Turning Point USA, rendendola con il tempo la più importante organizzazione conservatrice giovanile d'America. Un gruppo nato dal basso all'apparenza, ma in realtà cresciuto grazie anche ai contributi di alcuni ricchi e noti finanziatori repubblicani. Kirk ha consolidato il suo successo grazie a un popolare podcast, al libro del 2020 "La dottrina MAGA", alle apparizioni sui social e al suo stile retorico polemico e battagliero. Lo stesso che stava mettendo in mostra quando un colpo fatale ha spezzato la sua voce. .























