“Ammetto una mancanza di visione e mi scuso con i miei connazionali”. Il Presidente cileno si rivolge alla Nazione e fa mea culpa per non essere riuscito a capire per tempo il malcontento sociale causato dalle disuguaglianze economiche, che ha portato alle vaste proteste di questi giorni nel Paese. Pinera si è quindi impegnato contestualmente ad approvare un pacchetto di riforme per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini, un’agenda sociale di unità nazionale che prevede un aumento del 20% delle pensioni, un innalzamento dei salari minimi, il congelamento delle tariffe sul consumo di elettricità e una legge in cui sia lo Stato a coprire i costi dei trattamenti medici più costosi. Ad oggi sono 11 milioni i cileni costretti a indebitarsi per pagare istruzione e sanità. Scontri, arresti, saccheggi, morti e feriti, l'esercito e i blindati dispiegati per strada come ai tempi del regime di Pinochet. La guerriglia urbana, esplosa a Santiago e in diverse altre città da venerdì scorso, rischiava di far precipitare il Paese in una crisi irreversibile. Le scuse e le misure promesse dal Presidente cileno sono il tentativo in extremis di non far degenerare una situazione ormai gravissima. Un piano di riforme il cui costo è stato stimato in 1,2 miliardi di dollari, ma, ha assicurato Pinera, l’economia cilena è sufficientemente forte da reggere l'aumento della spesa pubblica. Il Capo del Governo ha poi rivolto un nuovo appello alla popolazione affinché isoli i gruppi violenti che hanno animato le manifestazioni degli ultimi giorni. Ha però spiegato che il coprifuoco e lo stato di emergenza rimarranno in vigore e saranno ritirati solo quando le condizioni saranno soddisfatte. Quanto sta accadendo in Cile… Anche il Papa, nell'udienza generale del mercoledì, ha rivolto un appello a trovare in Cile una soluzione attraverso il dialogo.